Tutto, tutto, tutto… o quasi

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Gianni Pettena, è stato uno dei fondatori dell’architettura radicale fiorentina degli anni Sessanta e Settanta insieme con Archizoom, Remo Buti, 9999, Superstudio, UFO e Zziggurat, verso i quali ha sempre mantenuto una posizione autonoma. Oltre a criticare il funzionalismo modernista, a frequentare le gallerie, gli artisti e i critici legati a quella stagione, si è distinto per una sua deliberata riottosità progettuale. Per questo può essere considerato L’anarchitetto, per citare il titolo del suo primo libro. In quest’ottica va inquadrata la sua esperienza giovanile negli Stati Uniti e l’assidua frequentazione di (an)architetti come Buckminster Fuller o James Wines, attenti all’ecologia, alle periferie e al “rendere significanti luoghi insignificanti”. Più in generale l’unicità del suo lungo lavoro, anche sul piano storico, consiste nel rifiuto dei codici e canoni consueti della progettazione, nella realizzazione di interventi temporanei e in una costante ricerca di alleanze con l’arte concettuale, il radical design austriaco, la land art e la musica sperimentale. Il volume documenta tutto, o quasi, il suo lavoro e ospita un’ampia antologia dei suoi testi.