Swim till I sank

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208 pp.
2022

«Cosa accade alle fotografie di reportage giornalistiche quando la notizia è pubblicata, superata e anni di nuove notizie mettono distanza tra lo scatto e la vita dell’immagine?» Sembra essere questa la domanda che si pone Gabriele Stabile quando, dopo più di un decennio, riapre il suo archivio e inizia il suo percorso creativo con le fotografie lì depositate, trasformandole nelle tavole che vedete, sfogliando il libro. L’azione creativa del fotografo, come la memoria umana, lascia tracce, segni, graffi, ripetizioni di immagini, rende il ricordo un’emozione, immediata per quanto poco vivida e decisamente rielaborata. Swim Till I sank è un invito a immergersi nelle profondità dei ricordi, senza necessariamente annegare. «Queste fotografie sono rinate passando attraverso il filtro di una specie di sogno, una dimensione molto più grande e larga del ricordo preciso e del semplice fatto. Gli occhi d’oro, qui, sono anche quelli della memoria, che oltrepassano il momento per abbracciare il tempo. Vedono la bellezza e l’eleganza del gesto che si assomiglia in luoghi, tempi, azioni lontane tra loro. Le unità aristoteliche del fotogiornalismo sono definitivamente scomparse. Il gesto dell’artista passa così attraverso due momenti: l’immediata registrazione del fatto e la rielaborazione del materiale quando, passati gli anni, ha perso la sua “attualità” e, a volte, anche la memoria esatta di dove la foto è stata scattata. La pratica dell’immaginazione è l’esercizio necessario a ridare vita e verità al mondo.»
— Giulia Zorzi