«Lo senti questo riff?», disse. «Ora lo chiamano Swing, ma è solo una piccola cosa che ho inventato un sacco di tempo fa.»
Mister Jelly Roll è uno dei documenti più appassionanti di tutta la storia degli Stati Uniti, una descrizione schietta e viva come un romanzo. Nel 1938 il grande etnomusicologo Alan Lomax (colui che fra gli altri scoprì Woody Guthrie e Muddy Waters) incontrò in un piccolo club di Washington il pianista di New Orleans Jelly Roll Morton, che sosteneva con assoluta sicurezza di avere inventato il jazz. Lomax gli chiese un’intervista; Morton parlò per settimane. Il risultato ossessionò per anni l’intervistatore, che dopo la morte del pianista ne approfondì i racconti andando a cercare i veterani di New Orleans e i parenti di Morton. Nel 1950 il libro era finalmente pronto: non c’era solo il jazz, ma l’intreccio di razze che permea gli Stati del Sud, la vita irregolare fra bordelli di lusso e saloon, la nascita dell’industria discografica e della cultura popolare fra Otto e Novecento. Un affresco corale, con la vera voce di Morton a dominare, rimasto finora inedito per il lettore italiano.
Nella sua introduzione, lo studioso Stefano Zenni ha appositamente aggiornato l’opera facendo il punto sulle più recenti ricerche che riguardano la figura, lungamente avvolta nella leggenda, del grande pianista di New Orleans.
Data la loro importanza per la cultura americana, le interviste originali a Morton sono conservate nella Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti a Washington.