Le vite dei surrealisti

30,00

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16,5x24cm
272 pp.
2018

Desmond Morris realizza la sua prima personale surrealista nel 1948 e, mentre si appresta a diventare uno dei più celebri divulgatori scientifici della sua generazione, frequenta per anni gli irresistibili personaggi di cui snocciola qui le avventure: Roberto Matta che si fa marchiare a fuoco il nome del marchese de Sade per rientrare nelle grazie di Breton; Giacometti che disdegna Marlene Dietrich (e le sue quarantaquattro valigie) in favore di una prostituta, Caroline Tamagno, nota soprattutto nella mala parigina; Miró e Masson costretti da Hemingway a fronteggiarsi in un fallimentare incontro di boxe; Salvador Dalí in tenuta da palombaro che – stecca da biliardo in resta e due levrieri al guinzaglio – dà spettacolo davanti a centinaia di giornalisti all’esposizione internazionale surrealista del 1936. Trentadue storie eccentriche che si snodano fra i bistrot della ville lumière e i posti più incongrui, come lo zoo di Londra, per approdare infine a New York, dove cominciano a spargersi i primi semi dell’Espressionismo Astratto. Inseguendo le caleidoscopiche proliferazioni del Surrealismo incarnate da artisti estremamente diversi tra loro – come Max Ernst, Picasso, Delvaux e Duchamp – Morris ne celebra l’intensità, il delirio e il mistero che, come direbbe Magritte, «non si può spiegare, bisogna solo lasciarsene avvolgere».