Nel numero 351 di Flash Art:
“The Familiar Strange”, un saggio visivo di Phung-Tien Phan con introduzione di Ela Bittencourt; Bianca Stoppani riflette su come l’opera “Grumpy” di Sidsel Meineche Hansen, da una prospettiva femminista, sia una surrealista critica del controllo tecnocapitalista, del corpo frammentato e della visibilità di genere attraverso forme digitali grottesche;
Leo Cocar esplora come le ceramiche e le installazioni di Lyric Shen sfumino i confini tra immagine, superficie, memoria e materiali, rivelando una poetica dell’ambiguità radicata in metafore corporee e architettoniche;
Racheal Crowther e Ben Broome discutono di come la sua pratica installativa, incentrata su profumi, suoni, sorveglianza e ingegneria sensoriale, sveli strutture di potere nascoste;
In dialogo con Tosia Leniarska, Agnieszka Polska analizza l’uso di narrazioni mediatiche seducenti per criticare processi manipolativi, economie emotive e come la percezione e memoria siano sotto il dominio dell’’influenza tecnologica;
Infine, Eleanor Ivory Weber esamina la pratica scultorea di Olga Balema, dove la ripetizione laconica fonde materialità, contingenza e introspezione.
Per Critic Dispatch, P. Eldridge offre una viscerale meditazione sull’incarnazione trans e il grottesco come rivelazione, sfida e rottura sacra — dove la trasformazione diventa linguaggio, arte, resistenza e profezia di un futuro queer. Per The Curist, Fafaya Mogensen incontra Andreas Führer, fondatore di Institut Funder Bakke a Silkeborg; la rubrica Studio Scene presenta Sofia Defino Leiby con un testo di Gabriela Acha. “Unpack / Reveal / Unleash”, curato da Margaret Kross, include Sophie Friedman-Pappas. Focus On esplora Zurigo, con Tibor Beilicky e Ellena Ehrl che ci guidano attraverso i principali progetti urbani della città.
Mettendo in dialogo voci emergenti e figure fondanti, il numero estivo non propone una genealogia lineare, ma traccia mutazioni, disallineamenti e contaminazioni estetiche. Il grottesco è per natura instabile: resiste a tassonomie e prospera nella contraddizione, dissolvendo confini netti, chiarezza del corpo e l’invariabilità del significato.
Questo numero non vuole definire il grottesco — lo lascia traboccare e filtrare attraverso le sue stesse crepe.
La rivista è in lingua inglese.