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Finzioni reali

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“Finzioni Reali” è una riflessione critica che esplora la complessa relazione tra realtà, arte e rappresentazione. Attraverso un’analisi dettagliata e coinvolgente, Hal Foster ci porta in un viaggio intellettuale che esamina la metamorfosi del pensiero critico e artistico dalla tarda modernità fino ai nostri giorni. Foster muove la sua indagine a partire dal lavoro dell’artista tedesco Thomas Demand. Nelle sue opere, Demand introduce una “sfocatura” per attivare il reale: dettagli appena percepibili colpiscono lo sguardo dello spettatore attivando ricordi e sentimenti radicati nella memoria collettiva e individuale. Proprio a partire da questa sfocatura Foster individua un approccio emergente, riflesso di una pratica in cui l’artificio è utilizzato non per mistificare il reale, ma per “produrre un’interruzione, una crepa o una distanza, che permetta di intravedere una realtà nascosta”. Foster trova tracce di questo approccio nel lavoro di artisti recenti, come Tacita Dean, Harun Farocki, Hito Steyerl e Trevor Paglen, che utilizzano l’artificio per riabilitare il mezzo documentaristico come sistema critico efficace. La rappresentazione che ne deriva cattura e comunica aspetti della realtà proprio attraverso ambiguità e artificio: “La bugia descriveva la mia vita meglio della verità […]. Queste dichiarazioni non sono aforismi alla Oscar Wilde che si dilettano di paradossi e difendono lo stile, ma sono piuttosto proposte su come l’artificio, lo splendore utopico della finzione, possa essere messo al servizio del reale”.