McKenzie Wark ha una carriera accademica di successo, un matrimonio ventennale, due figli, una vita sicura e instradata, quando una crisi profonda la spinge a rimettere in discussione tutto. Dando ascolto a una consapevolezza che serpeggiava dentro di sé fin dall’infanzia, arrivata alla mezza età si dichiara una donna trans. Inizia quindi il difficile percorso per rielaborare il suo rapporto con il mondo, il suo ruolo sociale, il suo corpo e un altro aspetto sotterraneo: la memoria. La transizione di genere la costringe a tornare sui propri ricordi e a riscrivere il passato, rivolgendosi alle figure fondamentali che hanno segnato la sua esistenza.
In questa serie di lettere indirizzate al sé bambino, alla madre, alla sorella, ad amanti di ieri e di oggi, alle sorelle trans e alla dea Cibele, Wark affronta i grandi temi che ci riguardano tuttɜ: l’amore e i soldi, il sesso e la morte. Così la scomparsa prematura della madre si intreccia al suo indomabile desiderio di scrivere, i suoi ideali comunisti di gioventù assumono un nuovo assetto teorico per rispondere ai bisogni della comunità trans, la realtà dolceamara della transizione tardiva si allaccia alla gioia dei rave di Brooklyn. In un racconto intimo e audace, che si dispiega come un percorso di ricostruzione del sé, McKenzie Wark stravolge il genere del memoir per toccare le dimensioni politiche, estetiche e spirituali della vita transgender e restituisce il ritratto in divenire della sua identità passata, presente e futura.