Il terzo episodio di Versanti affronta un tema più ampio rispetto ai precedenti: la frontiera.
Trovarsi a ragionare su frontiere, confini e perimetri è circostanza usuale per chi affronta gli argomenti del vino. Il tema geografico è decisamente rilevante nell’universo enoico, al pari solo di quello climatico-meteorologico. Quindi sì, la geografia nel vino è importante, sia questa intesa nella sua accezione più naturale, legata alle caratteristiche geologiche e morfologiche di una specifica area, sia in quella geopolitica, in cui entra in gioco l’impronta dell’uomo, che nei millenni ha disegnato confini, eretto barriere, traghettato popoli, culture, esperienze.
In questo numero di Versanti si entra dentro la frontiera, esplorando luoghi al confine, per interrogarsi sul senso delle divisioni, siano queste geopolitiche, morfologiche, culturali o concettuali.
Sarà quindi un viaggio con le spalle rivolte al centro, per citare uno degli articoli in apertura. In direzione dei margini, per verificare che – quasi mai – quel che sta alla frontiera è paragonabile a ciò che gode della rassicurazione del contenimento.
In questo numero: il nord-est italico, la laguna di Venezia, il Roussillon, la Sicilia più nascosta, la frontiera toscana, l’Umbria e tanti altri racconti di vino. Ma le frontiere possono anche essere merceologiche. Dalla fermentazione dell’uva a quella delle mele: un approfondimento è dedicato al mondo del sidro. Nell’universo degli alambicchi, invece, si scoprono origini e storia del distillato di frontiera per eccellenza: il whiskey americano, così capace di incarnare lo “spirito” di un popolo, oltre che di raccontarne la storia.
17 articoli e 112 pagine, impreziosite dalle opere di diversi artisti illustratori e fotografi.