Una voce perentoria ci richiama in ogni momento a essere responsabili, efficienti, professionali. Anche i beni comuni sono stati colonizzati, l’università è una catena di montaggio e siamo costantemente in debito verso chi ci richiama all’ordine. Alla proliferazione della logistica capitalista e alle mutazioni odierne del controllo sociale, Stefano Harney e Fred Moten rispondono con questa raccolta di saggi che ci invita a sperimentare nuove forme di socialità nell’antagonismo generale.
Attraversando le teorie e le pratiche della tradizione radicale nera e del post-operaismo, gli autori propongono un ampliamento dello spettro del pensiero socio-politico contemporaneo e della critica estetica, negli Stati Uniti e non solo. Il loro è “un intervento necessario e straordinario che ci invita a immaginare e a comprendere diversamente la vita sociale” (Denise Ferreira da Silva), dove “il grido di lotta non è mai distante” (Sandro Mezzadra).
Undercommons è un manifesto d’amore, sospeso tra teoria e poesia, musica e sovversione, per la fondazione di una nuova società.