La pedagogia della progettazione architettonica, così come ogni altra disciplina tecnico-artistica, ha ammesso ben poche nozioni teoriche generalizzabili in assoluto. Per imparare a fare, facendo, l’indicazione, la norma o la regola non hanno mai avuto la stessa efficacia di riferimenti situati e contestuali a un certo modo di operare o al risultato di quelle operazioni. I riferimenti sono alla base di ogni attività di apprendimento: una tale interpretazione – operativa piuttosto che normativa dello strumento del riferimento – pone l’atto del progetto e del suo insegnamento sullo stesso piano di altre discipline – dalla pittura alla scultura, dalla letteratura alla musica, dalla fotografia al cinema – tutte interessate da una riflessione intorno ai modi del proprio fare, anche attraverso l’osservazione dei modi propri di uno o più riferimenti d’elezione. Stoà 7 [Riferimenti], si è interrogata sul ruolo del riferimento come strumento metodologico di insegnamento, raccogliendo resoconti di pratiche didattiche ed esperienze pedagogiche in corso, riferite a precise modalità di ricerca, di interpretazione e di introiezione di un sapere attraverso il confronto con i suoi processi e i suoi prodotti, costruendo così una costellazione di posizioni culturali che fanno del riferimento, inteso in modo variabile come citazione, termine di paragone o modello, uno strumento funzionale all’apprendimento, alla luce dei cambiamenti di paradigma che la realtà richiede di affrontare.