Nel 1978, il libro Skyline di Franco Fontana ha contribuito ad aprire la strada alla nuova fotografia italiana con il suo radicalismo e il suo tipico approccio fotografico. Questo libro, realizzato in modo molto semplice, senza eccessive pretese grafiche, presentando una fotografia per pagina, era il culmine di un lavoro in piena maturità, liberato da tutti i tic in voga nei circoli fotografici, nella pubblicità o nel fotogiornalismo convenzionale. Skyline non elogiava nessuna città, nessuna produzione locale, era un’opera chiusa in se stessa. Partendo dalla realtà tangibile, in questo caso il paesaggio, e dalle linee di orizzonte, escludeva tutti gli elementi superflui per preservare l’essenziale, l’esaltazione delle forme e dei colori. Fontana codificava i suoi paesaggi familiari e le distese sconosciute in modo tale che i segni, lo spazio, la forma e il colore diventassero gli unici elementi dell’immagine.Con Skyline, prima del famoso libro di Luigi Ghirri Kodachrome e sei anni prima di Viaggio in Italia, Franco Fontana è stato uno dei primi a interrogarsi sulle possibilità linguistiche del processo cromatico e sulle caratteristiche estetiche della fotografia, reinterpretando personalmente il mondo che lo circondava e avviando al contempo una nuova lettura del paesaggio italiano. Questo libro è basato sull’edizione originale italiana e sulla copertina morbida, sia nel formato che nella presentazione e nel numero di fotografie così come sono state impostate da Paola e Luigi Ghirri. Per migliorare la qualità, la fotoincisione è stata rifatta a partire dalle diapositive.