Pasolini acquatico e felice è un uomo in costume, che sceglie l’identificazione con un corso d’acqua protagonista di molti dei suoi capolavori e della sua stessa esistenza: il fiume Tevere. Il Tevere urbano e romano degli anni Cinquanta, con le spiagge, gli stabilimenti, le barche a remi, i trampolini, i bagnanti, i pescatori, i pesci e chissà che altro, quando la terra degradava dolcemente nelle acque per poi riemergere alla sponda opposta, senza limiti fisici che stabilissero l’estraneità del fiume alla vita di ogni giorno. *** Pasolini by the water contented is a man in a bathing costume, proclaiming his affinity with the body of water that starred in many of his masterpieces and, indeed, in the story of his own life: the river Tiber. That quintessentially urban, Roman Tiber of the 1950s, with its beaches, its bathing clubs, its rowboats and springboards; its swimmers, fishermen, fish, and infinite other mysteries. A time when the land simply rolled gently from the city into the water to re-emerge on the other side, with no physical barriers to mark the river out as separate from everyday life.
Foto dall’archivio Toti Scialoja, testo di presentazione di Antonio Brizioli, grafica di Leonardo Pellegrino, editing fotografico di Mattia Micheli, traduzioni di Claire Menton.