“Mise en Pieces” combina autoritratti dell’artista con nature morte e immagini scattate durante le sedute di chirurgia estetica. Ci troviamo di fronte a vestigia frammentarie, oggetti di una metamorfosi luminosa, potenziata da effetti di contrasto e brillantezza. Il fotografo taglia, afferra, solleva e assembla. Lo “strappo” sembra una distorsione della realtà. Siamo tutti fatti di carne, nervi, intestini, ossa e cartilagine. Ma dove la mostruosità descrittiva si oscura, Lucile Boiron trasfigura la realtà. Dominando la luce, presenta i materiali dal loro punto di vista. A chi vorrebbe vedervi solo un gioco estetico sul corpo o un commento ironico sulla modernità, Lucile Boiron sfida ad opporre il desiderio di catturare immagini e materiali indipendentemente dai loro significati culturali.