“Ho conosciuto molte guerre nella mia vita”, scrive Joyce Lussu, “conflitti, rivoluzioni, resistenze, guerre di liberazione alle quali non ci si può sottrarre, perché necessarie e giuste. Guerre imposte, ma anche scelte e combattute in prima persona. Eppure, di solito, sono gli uomini a fare la guerra: specchio dei loro schemi di pensiero e di potere, mentre le donne si disinteressano al problema delle armi, finendo per diventare escluse e vittime per definizione”. Con questo diario autobiografico l’autrice – militante, pacifista, protagonista di eventi decisivi del mondo contemporaneo – ci accompagna attraverso il Novecento per trovare risposta alla domanda: è possibile liberarsi dalla guerra da una prospettiva femminile e femminista?