L’unico e la sua proprietà

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426 pp.
2024

“Io mi considero unico. Ogni essere superiore a me stesso, sia Dio o l’uomo, indebolisce il sentimento della mia unicità e impallidisce appena risplende il sole di questa mia consapevolezza. Se io fondo la mia causa su di me, l’unico, essa poggia sull’effimero, mortale creatore di sé che se stesso consuma, e io posso dire: Io ho riposto la mia causa su nulla. Il linguaggio, la “parola”, è il nostro peggior tiranno, poiché solleva contro di noi un esercito d’idee fisse. Le verità non sono altro che parole, vanità.”