L’impero dei non sensi

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260 pp.
2024

Autrice di culto, dissacrante e ribelle, Kathy Acker in vita è stata tanto amata quanto temuta. Da esponente di spicco dell’underground letterario e della scena punk newyorkese a icona del post-punk londinese, per oltre tre decenni è stata una presenza scomoda e all’avanguardia nel mondo dell’arte e della cultura. Ipersessuale e aggressiva, fragile e glamour, Acker è riuscita a scioccare e sedurre lettori e critica, a incarnare ogni cosa e il suo esatto contrario. L’impero dei non sensi, pubblicato nel 1988, è il romanzo che segna un punto di svolta nella sua produzione. In una Parigi nel futuro distopico, Abhor (parte umana, parte robot) e il suo amante Thivai
(un pirata) attraversano la città in cerca di un farmaco, incontrando lungo la strada medici pazzi, motociclisti, prostitute, tatuatori e terroristi, mentre una banda di rivoluzionari algerini conquista la città e la CIA congiura per annientarli. Con uno stile ricercato ed estremo, che unisce la raffinatezza di pensiero all’emozione grezza, L’impero dei non sensi affronta alcuni dei temi più cari ad Acker: la tensione tra oppressione e ribellione, linguaggio e sessualità, trauma e slancio vitale, e come tante sue opere continua a riverberare nella scrittura di autori e autrici contemporanee, da Dennis Cooper a Lidia Yuknavitch a McKenzie Wark. Trent’anni dopo la sua pubblicazione,
il romanzo-manifesto di Acker torna in Italia nella traduzione rivista e aggiornata di Katia Bagnoli.