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Le macchine del maestro Paolini

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Una storia nella storia quella di Paolo Paolini, artigiano per necessità e maestro per autentica vocazione. Si diploma soltanto a 36 anni, con grandi sacrifici e svolgendo i lavori più diversi prima di coronare il suo sogno giovanile: diventare un maestro. Tutto accade nell’Italia del primo dopoguerra, secondo la testimonianza della figlia di Paolini, Sara – che è stata anche sua alunna per tre anni – e i racconti di suo nipote, Francesco Bombardi, curatore con Giorgio Camuffo di questo libro.Una storia bellissima, narrata e illustrata da Veronica Martini, come lo sono molte altre, i cui protagonisti sono maestri e maestre – alcuni molto famosi, come Giuseppina Pizzigoni, Alberto Manzi, Mario Lodi, Ettore Guattelli – altri sconosciuti o meno celebrati, come appunto Paolini. Paolini purtroppo non lascia molte testimonianze scritte, solo poche righe e qualche lettera con altri maestri e pedagogisti in Italia e all’estero; troppo poco per tracciare un percorso teorico. Tuttavia, per cercare di capire più a fondo i propositi che hanno guidato il suo lavoro, occorre imparare a leggere le sua macchine, i quaderni che progettava con i suoi alunni e i giochi che inventava. Quelli pubblicati in questo volume di 128 pagine, documentati da numerose fotografie, non sono solo oggetti costruiti da una mano abile ma sono anche testi che riflettono il modo in cui Paolini intendeva la scuola e la figura dell’insegnante. Attorno a questo argomento ruotano gli interventi e le riflessioni di Franca Zuccoli, Dario Scodeller, Barbara Caprara e Gerda Videsott, alimentando il dibattito interdisciplinare tra educazione e design nel suo inevitabile e continuo evolversi.