La Vita che Brucia

18,00

150 pp.
2025

Di fronte al dolore, niente ha più senso. Ma è forse proprio allora che la parola ritrova la sua potenza. Ed è proprio questa potenza ad animare La Vita che Brucia, un testo sfolgorante in cui Edoardo Camurri rivive a cuore aperto l’esperienza più antica, più straziante di tutte: l’ineluttabilità della sofferenza. In questa ricerca, l’universalità non sarà abbastanza e l’intimità è di troppo; bisogna invece lasciarsi andare al vorticoso vociare del mondo, spingersi in un vero e proprio viaggio al termine della notte, al di là di ciò che pensiamo di essere. E, per riuscirci, la versatilità stilistica di Camurri non lascia nulla di inesplorato: l’antica sapienza vedica riaffiora nella teoria marxiana del valore; gli schematismi kantiani intessono visioni lisergiche; il frammento eracliteo sprofonda nella vividezza emotiva del flusso di coscienza. La Vita che Brucia non propone l’algida consolazione delle idee, ma l’appassionante e sofferta ricerca di qualcosa che dia conto del nostro sentire: la cosmogonia in un battito di ciglia; il frinire delfico delle cicale; l’epifania di una fotografia ritrovata; il viavai di sensazioni in una giornata che è una vita, che è tutte le vite, che è la realtà nella sua bruciante maestosità. E così, se ascoltassimo la voce che sussurra – e che ci sta accanto – in ogni piega dell’esistenza, al di là di quel fragile io che ci incatena alla sofferenza, forse riusciremmo a riscoprire la verità più essenziale, la più sconvolgente: «il semplice fatto di esserci è già la risposta».