Testo, spiritoso e arguto, denso di aneddoti ed episodi divertenti, che conobbe una notevole fortuna nell’Islam antico, tale da essere tramandato e conservato fino ai nostri giorni. Centro del libro è il cane e il suo rapporto con l’uomo, spesso il cane appare come compagno prediletto di illustri mistici e membri delle confraternite sufi. Nei racconti si evince come spesso scorra più affetto da un cane verso il suo compagno umano di quanto ne scorra da un padre verso il proprio figlio, o da un fratello verso un altro fratello. Il cane veglia sul suo amico umano e accudisce la sua famiglia, sia che egli sia presente o in viaggio, che dorma o che sia sveglio. Il cane non viene mai meno al suo affetto, anche se è trattato senza alcun rispetto, e non abbandona mai nessuno, anche se abbandonato. Colpisci pure mille volte con un sasso un cane e mai si scorderà del boccone che una volta gli hai dato. Invece, al giorno d’oggi, rivolgi tutto il tuo affetto a un uomo e quello per un nonnulla ti muove guerra.