Siamo in Messico, attorno agli anni ’10 del Novecento, durante gli ultimi anni della dittatura militare di Porfirio Diaz. Cándido Castro, indiano tsotsil del Chiapas, in seguito a una serie di sfortunati eventi, si ritrova a lavorare come taglialegna nei campi di mogano di una famiglia di latifondisti e sfruttatori dei nativi indiani, i quali vengono persino puniti appesi per le membra se non abbattono le quattro tonnellate giornaliere di legname richieste, e tutto per un mero capitalistico profitto… Nella dimensione via via sempre più corale del romanzo, i dannati del regno del mogano – guidati da Modesta, Celso, il Professore, il Generale e tanti altri – si ribelleranno per riprendersi la libertà, la terra, la propria vita, al grido rivoluzionario di “Tierra y Libertad”!