La Mamma

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64 pp.
2021

Dopo essere stato il più giovane direttore alla Kunsthalle di Berna e segretario generale di documenta 5 (Kassel, 1972), la decisione di non essere più legato a un’istituzione porta Harald Szeemann a ideare mostre personali che reinventano il formato e il contenuto stesso del medium in modo estremo, concentrandosi non più solo sulla produzione artistica contemporanea, ma anche su contenuti privati e storici da raccontare attraverso la messinscena. Questo breve saggio, basato su documenti d’archivio, interviste e appunti inediti conservati presso l’archivio Szeemann di Locarno, analizza una serie di mostre concepite dal curatore svizzero negli anni settanta e mai realizzate, in particolare l’esposizione intitolata “La Mamma”. Parte di una trilogia (“Le macchine celibi”, “La Mamma” e “Il Sole”), il progetto attingeva a vari ambiti disciplinari, dalla storia delle religioni alle arti visive, dalla teosofia al femminismo, dalla letteratura alla psicoanalisi e all’antropologia, con l’intento di allestire una mostra senza arte, dedicata allo studio della donna, all’evoluzione della figura materna e in generale all’idea di una divinità femminile.