Operaio metallurgico, Buenaventura Durruti è stato, nel 1936, uno dei protagonisti della rivolta anarchica catalana e della guerra civile spagnola. Rivoluzionario sin dall’adolescenza, è stato perseguitato, imprigionato, esiliato, ha guidato la leggendaria colonna anarchica sul fronte d’Aragona ed è morto in circostanze oscure. “Mai nessuno scrittore si sarebbe deciso a raccontare la storia della sua vita; rassomigliava troppo a un romanzo d’avventure”: così diceva lo scrittore sovietico Il’ja Erenburg sin dal 1931, dopo averlo conosciuto di persona. Quarant’anni più tardi, Hans Magnus Enzensberger raccoglie la sfida e scrive un romanzo “di montaggio”, che non rinuncia al respiro epico del personaggio ma al contempo offre gli strumenti per tornare al clima, alla complessità, alle contraddizioni di quella “breve estate” di lotta per la libertà, che tuttora continua a interrogare la nostra memoria storica. È così che l’opera di Enzensberger è diventata un testo indispensabile per riprendere il filo degli eventi, per tornare sulle tracce di una figura straordinaria, e anche per concludere, con serenità e lucidità, che “non si fa due volte la stessa rivoluzione”.