L’Isola Bisentina è una delle due isole del lago di Bolsena, la maggiore per superficie, situata di fronte all’abitato di Capodimonte. Citata da Dante nella Divina Commedia, si trova prossima alla riva occidentale, a pochi chilometri dal promontorio dove sorgeva l’antica città etrusco-romana di Bisenzio, dalla quale prende il nome. Grazie a un microclima favorevole, conserva una vegetazione rigogliosa con numerose specie arboree di grande valore, fra cui alcuni alberi secolari. Le tracce di insediamenti palafitticoli al largo dell’isola indicano che l’area era abitata già nel periodo arcaico, e la presenza continuativa dell’uomo è testimoniata in epoca etrusca e romana da ritrovamenti databili a partire dal vi secolo a.C. Successivamente, l’isola offrì rifugio agli abitanti dei paesi rivieraschi distrutti dai Longobardi e dai Saraceni. Ancora nel Medioevo e nel Rinascimento è attestata come prigione per eretici, fino a diventare possedimento della potentissima famiglia Farnese che vi fece costruire la chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo, con la cupola disegnata da un allievo del Vignola, per crearvi il sepolcro di famiglia: fu il periodo in cui tra i visitatori si contarono diversi pontefici, tanto che la Bisentina si guadagnò il soprannome di “isola dei papi”. Le sette cappelle situate sulle sue sponde, così come il convento, furono edificate dai frati minori: quella di Santa Caterina è attribuita ad Antonio Sangallo il Giovane, tra gli architetti più in vista del suo tempo, mentre gli affreschi della cappella del monte Calvario apparterrebbero alla scuola di Benozzo Gozzoli. Acquistata nel 2017 dalla famiglia Rovati, l’isola è stata riaperta al pubblico grazie a un importante intervento di restauro e riqualificazione.