Il numero 59 di Reportage (luglio-settembre 2024) è aperto da un’intervista al grande fotografo italiano Francesco Zizola, vincitore di dieci premi World press photo, il quale racconta la sua svolta professionale e spiega le ragioni del passaggio dal fotoreportage alla fotografia d’arte (l’intervista è di Simona Scalia). Il primo reportage, anzi un fotoreportage, è del fotoreporter francese Olivier Jobard. Parla di Haiti, un’isola dominata dalle gang e dalla violenza, dove i bambini vanno a scuola incespicando nei cadaveri dei criminali uccisi sotto gli occhi di tutti.
Segue il reportage di Yarin Trotta del Vecchio dalle piantagioni di canna da zucchero della Repubblica domenicana, dove vengono sfruttati soprattutto haitiani fuggiti dalla loro isola per i motivi di cui sopra, reportage che spiega la verità sullo zucchero che mettiamo ogni mattina nel caffè. Il terzo servizio documenta la rivolta degli studenti della Columbia university di New York contro l’incessante aggressione di Israele nei confronti della Palestina, rivolta che ha dato il via alla protesta in tutto il mondo, esattamente come avvenne ai tempi della guerra americana nel Vietnam (lo firmano due studenti della stessa università, Sacha Biazzo e Natasha Carignano).
Matteo Fagotto (insieme alla fotografa Matilde Gattoni) è andato alla scoperta del cosiddetto “mercato delle Madri”, a Imphal, nello stato indiano del Manipur, dove comandano e lavorano esclusivamente donne, che – al contrario delle altre situazioni del rapporto uomo-donna nel Paese – sono ascoltate anche dalla classe politica. Segue un reportage di Alessandro Gandolfi da Belgrado, dove sei ragazze rom hanno formato un gruppo musicale che si esibisce coraggiosamente contro il patriarcato, gli abusi domestici, gli abbandoni scolastici. Si chiamano Pretty Loud e sono famosissime in tutto il mondo grazie a Youtube.
I danni dell’inquinamento, la crudeltà sugli animali, i tumori e gli altri rischi per la salute provocati dagli allevamenti intensivi di suini, bovini e galline sono invece il tema di un ampio reportage in tutta Europa di Selene Magnolia. Il portfolio di chiusura, fimato da Lieven Engelen, riguarda la “riabilitazione” delle scimmie maltrattate e seviziate in Indonesia a opera di una task force che recupera questi animali, li cura e li porta in un’isola deserta dell’Oceano indiano restituendo loro la piena libertà. Non mancano, come d’abitudine, le recensioni librarie, la rubrica sulla fotografia di Valentina Manchia, la poesia inedita e commentata di Valerio Magrelli. Il racconto è di Andrea Esposito, l’editoriale di Riccardo De Gennaro verte sui problemi dell’informazione e sul suo delicatissimo futuro, la foto vintage è dedicata alla strage dell’Italicus di cinquant’anni fa.