Il centoseiesimo numero di Eye è tutto dedicato al type design ed è, come si può immaginare, pieno di forme, lettere e immagini di lettere, ma anche di riflessioni. Lucas Sharp riflette sul fatto che il design dei caratteri riguarda essenzialmente forma, contorni e “la separazione dello spazio”, mentre il design grafico è più “curatoriale”. Si parla poi della molteplicità di scritture e lingue rese accessibili tramite le nuove tecnologie. “Harmony and counterpoint” di Ferdinand Ulrich esamina le complesse e sfumate questioni che circondano la creazione di progetti in cui due o più scritture diverse sono obbligate a coesistere. Visitiamo il Type Archive di Londra, un luogo in cui si potevano vedere non solo i manufatti della produzione dei caratteri, ma anche le macchine che li realizzavano, un ricordo dell’intensa attività di produzione e ingegneria che ha portato alla creazione dei caratteri metallici. Ora, la maggior parte del suo contenuto è stata catalogata, codificata a barre e messa in deposito. Parte della storia orale dell’Archivio è stata registrata in filmati per lo Science Museum; e il nostro articolo presenta le fotografie documentarie di Philip Sayer dei suoi ultimi mesi. “Phil Baines Remembered” rende omaggio a un designer la cui pratica e il cui insegnamento hanno riunito molti elementi: sperimentazione, tradizione e rivoluzione digitale. Luca Pitoni getta nuova luce sulla bellezza formale e sul pensiero sistematico che Anita Klinz (1923-2013) ha applicato al design di libri e collane di libri nel corso di una lunga carriera nell’editoria italiana. E troviamo una nuova rubrica fissa: le recensioni tipografiche.