«Questo racconto nasce casualmente da un dono ricevuto nel lontano 1957. Avevo otto anni quando Giovanna Caleffi, donna di grande spessore umano e politico, mi donò la sua copia personale del libro del grande Artusi con all’interno molte sue ricette manoscritte e dattiloscritte. Allora mi posi una domanda: perché un libro di cucina e non di fiabe o un giocattolo? Chissà! A tutt’oggi la mia curiosità non ha avuto risposta. Ma in compenso è stata la leva che mi ha spinto a scrivere questo libro di ricette, reso possibile grazie alla frequentazione di compagni straordinari conosciuti nei numerosi viaggi fatti con mio padre Aurelio e di persone con le quali ho percorso tratti di vita che hanno lasciato in me una profonda traccia e un istintivo desiderio di condividere il sogno di costruire un futuro migliore, pieno di speranza e solidarietà. Mi auguro che Anarchia a tavola sia tutto questo.» – Fiamma Chessa