Il primo numero extra di Alea è la riproduzione editoriale del faldone I.C.99, scoperto accidentalmente dal redattore Pasquale Menditto nel corso di una ricerca etnografica. Dopo aver assolto all’iter burocratico per l’acquisizione del materiale, la redazione, superato il fascino e lo stupore iniziale, ha studiato i documenti contenuti al suo interno: tre fascicoli, tre floppy disk e due audiocassette. L’organizzazione confusa ed eterogenea delle fonti, tuttavia, è subito apparsa difficile da decifrare, sia in relazione al contesto dei diversi documenti, sia per quel che riguarda i diversi livelli di intervento nella compilazione originaria. Il mosaico appare tanto complesso quanto intrigante, specialmente per la sua capacità di attraversare tempi e luoghi inspiegabilmente distanti. Il diario di un etnologo in missione a Marettimo nel 1956; i documenti di una fondazione scientifica internazionale; gli atti di un convegno romano sul futuro delle fonti energetiche nel 1979; le annotazioni di un antropologo all’interno di un laboratorio biotecnologico nel 1998; micro-film di schemi progettuali; e ancora, intercettazioni, articoli di giornale, bozze di pubblicazioni. Per quale ragione è stato compilato questo faldone? E qual è il legame che le diverse fonti intrattengono tra loro – sempre che ve ne sia uno?