Il concetto di simbiosi è stato introdotto in biologia per spiegare le curiose relazioni di prossimità, reciprocità e dipendenza che è possibile osservare in organismi molto diversi tra loro. Lo studio di questa peculiare forma relazionale, di fatto, ha contribuito a mettere in discussione l’assunto che faceva dell’individuo, umano e non, l’unità minima del vivente. I rapporti simbiotici ci insegnano che la vita è sempre plurale e che le combinazioni aleatorie da cui emerge si ribellano a qualsivoglia idea di fissità, ordine o programma. L’interrogativo della simbiosi investe così il senso complessivo del nostro tempo, sconvolto da crisi relazionali e fenomeni culturali che smantellano ogni pretesa di omogeneità e stabilità. Le prospettive sono innumerevoli: quali forme di mutualismo sociale o parassitismo economico emergono in specifici contesti culturali? È possibile leggere le interdipendenze politiche del presente attraverso il dinamismo dei rapporti simbiotici? E in che modo la creatività del vivente può aiutarci a ripensare la nostra posizione nelle trame ecologiche del mondo? La simbiosi genera discontinuità, produce fenomeni inattesi e sintetizza mescolanze imprevedibili. L’individuale si discioglie nella complessità del con-vivere e ci chiama a un’esplorazione che appare inevitabile.