Ma che razza di società vogliamo? Da una parte c’è il piano rigido proprio di una società preordinata secondo schemi astratti che dalle rilevazioni sul campo esigono solo una conferma. Dall’altra c’è il piano aperto, flessibile, sottoposto alla verifica della realtà e ricreato costantemente dall’azione reciproca fra gli esseri umani e l’ambiente. A partire da questa visione, Doglio elabora una critica pungente della cultura disciplinare ufficiale, cogliendo con grande lungimiranza la crucialità di tematiche che di fatto verranno affrontate solo alcuni decenni dopo: la necessaria interazione fra interessi plurali e spesso divergenti; la dimensione deliberativa come confronto argomentativo fra voci diverse; la possibilità di apprendimento tramite negoziati o argomentazioni. La società che emerge da questa visione richiama quella che in alcune città medievali, e poi nel flusso dei moti rivoluzionari, si configurò in modo spontaneo, senza la necessità di un piano preconcetto imposto dall’alto: una società aperta e viva, in cui il sociale è l’elemento che unisce gli abitanti, in una continua e creativa partecipazione di ognuno all’opera comune.
Potrebbero piacerti anche
-
Architetture Indisciplinate
Adriano Paolella16,00€ + nel carrello -
Né Obbedire Né Comandare Lessico Libertario
Francesco Codello15,00€ + nel carrello -
Sacco e Vanzetti la salvezza è altrove
Paolo Pasi18,00€ + nel carrello -
Dallo stato alla comunità
John P. Clark18,00€ + nel carrello -
Un grosso sbaglio l'idea occidentale di natura umana
Marshall Sahlins15,00€ + nel carrello -
Potere e delinquenza
Alex Comfort17,00€ + nel carrello -
Basaglia e le metamorfosi della psichiatria
Piero Cipriano18,00€ + nel carrello -
La variabile umana
Lorenza Ronzano16,00€ + nel carrello -
L'anarchia selvaggia
Pierre Clastres14,00€ + nel carrello -
Mi rivolto dunque siamo
Albert Camus14,00€ + nel carrello -
Conversazioni su architettura e libertà
AA.VV.16,00€ + nel carrello -
La fame aguzza l'ingegno
Andrea Perin13,00€ + nel carrello